La strada fino a qui di... Folgorata e La Pizia

Buon pomeriggio amici di blog! Perdonate l'assenza ma tra incontri con le classi, nelle quali ho letto alcuni brani per avvicinare i piccoli alla lettura, e le svariate iniziative nella biblioteca del mio paese, della quale sono una delle volontarie che la gestisce, il tempo per stare al pc si è ridotto ancora di più, ultimamente. Ma eccomi qui oggi a presentarvi due autrici che, dopo aver letto la loro intervista, vorrei conoscere ancora di più in maniera approfondita.  
Folgorata e La Pizia sono gli pseudonimi delle autrici del romanzo "Troppo per me", due autrici che a quanto pare sanno davvero il fatto loro. Andiamole a conoscere insieme...

Benvenute nel mio angolino virtuale. Iniziamo da una domanda di rito: chi sono Folgorata e La Pizia? E cosa fanno nella vita?

Folgorata - Dunque nella realtà sono in pratica una a cui piace curare: il mondo con la politica, me stessa e la mia famiglia con le erbe che raccolgo e trasformo in pozioni, la sofferenza psicologica delle persone con l’editoria e la scrittura. Sì sono un editore e a volte scrivo.
LaPizia: ho lavorato nel mondo della comunicazione, principalmente come copy; ora sono mamma a tempo pieno ed editor a tempo perso.

I vostri sono nomi d'arte molto particolari. Come mai la scelta di firmarvi sotto pseudonimo, e come mai la scelta è ricaduta proprio su questi due nomi?

Folgorata - Sarò breve: la decisione l’ha presa Giusy de Nicolo una altra scrittrice della congrega, l’autrice di Echi di Sangue, Apocalisse Kebab e SweeDreams. Folgorata era l’alias con cui oltre dieci anni fa cominciai a chattare: nei vari forum dedicati alla saga di Twilight. Poi con quel nick con le Bloodie Roses abbiamo fondato un gruppo di scrittura e abbiamo prodotto diversi romanzi, io ne firmai un paio come Violet Folgorata, opere ancora acerbe di cui prima o poi farò una versione reloaded.  
LaPizia: Insieme a Folgorata avevo trovato uno pseudonimo molto chic, ma alla fine abbiamo preferito tenere quello con cui sono nota nel web (e che non ha nulla a che vedere con la prima Pizia, Eloisa Di Rocco).

Andiamo adesso al vostro romanzo: “Troppo per me”. Di cosa parla e quali tematiche affrontate tra le sue pagine?

Folgorata - Una ballerina fragile e acerba deve vincere il saggio di fine anno per poter continuare a danzare. Ma nella sua scuola arriva, condannato ai lavori sociali, un tatuassimo veterano della guerra in Iraq. La tematica è cosa significa realmente far spazio all’altro.  
LaPizia: È una storia d'amore che a prima vista può sembrare già sentita, la bella di buona famiglia e lo sbandato. In realtà c'è la tenacia di due anime ferite nel voler trovare riscatto dal proprio passato, affrontando e sconfiggendo le proprie paure.

Volete citare un passo, o due, del vostro romanzo che meglio lo rappresenta?

Quel guantone mi avrebbe dato la possibilità di parlargli anche se non ero sexy e mi strappò a forza dalla mia timidezza. Esitante feci un passo di lato per fermare il ragazzo e gli porsi l’attrezzo caldo e sudato.
Avevo il batticuore ma, grazie al Cielo, riuscii a tirar fuori la voce.
«Scusa! - deglutii. - Questo credo sia tuo e che vada restituito al giostraio.»
Il semidio, ancora in collera, per poco mi travolse quando me lo strappò sfiorandomi il dorso della mano con dita tanto calde da farmi scattare all’indietro in un oceano di confusione, paura e vergogna mentre notavo che, nel medesimo istante, lui era arretrato col busto altrettanto velocemente, con un’espressione di meraviglia nelle sopracciglia nere inarcate. Avevamo avuto una reazione esattamente identica.

Il ragazzo sollevò gli occhi incrociandoli con i miei rivelando una scintilla sorpresa nelle iridi color ossidiana, qualcosa di tanto misterioso e febbrile da scaldarmi quasi che avesse riconosciuto una qualche intimità tra noi. Durò solo il tempo di un lampo ma non potei impedirmi di sentirmi abbandonata quando lo vidi voltarsi verso il giostraio, restituire il guantone e allontanarsi tra la folla mentre Pam ripeteva:
«Hai visto che muscoli? Hai visto che occhi?»

Come è scrivere a quattro mani? Come vi organizzate il lavoro?

Folgorata -È una coautorialità nata in corso d’opera. Inizialmente La Pizia era la mia editor, poi si è appassionata alla vicenda e ha cominciato a maturare delle aspettative rispetto alla storia, così mi ha praticamente guidata a dar conto di aspetti anche apparentemente collaterali - penso alla scena del gatto gigante - che invece danno al tutto freschezza e profondità. Un contributo tanto decisivo da averne fatto la mia coautrice.
LaPizia: ho cominciato a correggere le bozze del romanzo e man mano mi sono fatta prendere dalla storia fino a immedesimarmi in Glory; Folgorata aveva ben chiaro il percorso ma a me mancavano aspetti che potrei definire psicologici e che lei ha saputo tradurre in azioni ed episodi azzeccati – come quello del gatto. Di veramente mio c'è la citazione di “Glory day” del Boss e qualche suggerimento lessicale, per il resto è tutta farina della penna di Folgorata; io ci ho messo la testa, e il cuore.

Come vi siete conosciute? E quando è nato il desiderio di scrivere insieme?

Folgorata - Ci siamo conosciute nel senso di sapere l’una dell’esistenza dell’altra, grazie alle attività reciproche. Sapevo di questa editor così preparata e insieme non accademica. A volte le critiche letterarie militanti si affezionano a un solo genere e a un solo modo di trattarlo. Lei no. È preparata ma ha mantenuto integra la capacità di farsi affabulare. Poi La Pizia ha letto un mio libro, un thriller, e sembra che le sia piaciuto…  
LaPizia: ho conosciuto Folgorata dietro pseudonino, come autrice di un thriller inquietante che ho amato – e di cui aspetto il seguito – poi come signora Mamma Editori, di cui ho letto e recensito alcuni romanzi. Lo scrivere insieme è stato un passo non previsto, avvenuto con estrema spontaneità.

Che idea vi siete fatta del mondo editoriale di oggi? E che difficoltà avete incontrato, se ne avete avute, fino ad ora?

Folgorata - Il mondo editoriale di oggi è ormai disintermediato, io sono editore più che scrittore e non è un caso se ogni tanto scrivo. Le autrici non hanno più bisogno di noi, sopratutto di noi piccoli editori. Per lo meno. Non ne hanno bisogno se posseggono già le tecniche. Altrimenti posso garantire che con me si impara moltissimo. Intendiamoci anche io imparo dalle mie autrici, ma ho proprio la vocazione a sistematizzare in regole auree i segreti tecnici dello stile.  
LaPizia: Ti rispondo come lettrice: credo che ci sia un eccesso di pubblicazioni fatte sull'onda delle mode del momento e motivate dal marketing. Questo fa sì che gli scaffali delle librerie siano pieni di romanzi fotocopia, nei titoli soprattutto ma anche nelle trame: per un po' ci sta, ma alla fine il gioco viene scoperto e così c'è la sensazione di essere presi in giro. Tutto questo purtroppo va a discapito di autori validissimi, che propongono storie fuori dal coro e che quindi non vengono considerati. Ed è un peccato.

Quanto è importante essere social oggi per farsi conoscere? E voi quali mezzi utilizzate per arrivare ai lettori?  

Folgorata : Guarda, anche a giudicare dal destino di miei amici scrittori pubblicati da grandi case editrici, se vuoi andare oltre le 400 copie o sei social o sei morto.
LaPizia: Facebook e blog sono i mezzi più immediati e che possono dare una buona visibilità; Anobii e Goodreads hanno buone potenzialità, pur essendo più di nicchia.

C'è qualche autore che vi ha ispirato particolarmente? O un libro che avreste voluto scrivere?

Folgorata - In questo caso no, questa storia è nata fantasticando dopo pranzo sulla panchina al sole contro il muro nelle giornate d’inverno. Un piccolo miracolo della montagna dove abito, quando c’è il sole anche a gennaio ti accarezza la pelle e ti scalda dentro… come Simon.
 LaPizia: Glory mi ricorda molto le eroine di Georgette Heyer, nonostante le separino due secoli o più. Eppure trovo che abbiano la stessa caparbietà nel voler sfidare una sorte che sembra quasi segnata, un futuro deciso dai genitori per Glory, e dalle convenzioni sociali per la Heyer.
 Folgorata - Questa cosa la scopro ora dall’intervista! Ecco perché io e La Pizia ci siamo trovate! Anche per me Geogette Hayer è il riferimento assoluto del godimento fatto libro!  

Leggete le autrici contemporanee? Se sì, quali mi consigliereste?

Folgorata Come OFF ti consiglio sicuramente Sweet-Dream della De Nicolo, inaspettato, veloce, divertente. Nel romance sono certissima che Amabile Giusti è una garanzia. Avevo letto il suo Odyssea e fui io a consigliarle assolutamente di passare al romance, ha una vera vena, il tocco giusto che fa decollare la storia d’amore. Poi c’è Velo Nero: è così intelligente, brillante, sagace che di certo ha molto da dare alla scrittura solo che mi scrive di donne legate e con i tacchi… non ce la posso fare! Vado sulla fiducia, non può non scrivere cose che non valga la pena di leggere!
LaPizia: Giusy De Nicolo è una garanzia, vorrei solo scrivesse di più e più spesso. Mi è piaciuto molto anche “Caldo Sangue” di Suanna Roberti, che dà vita a un vampiro originale, nonostante tutto ciò che è già stato scritto sul tema, circondato da un microcosmo di personaggi che definire comprimari è quasi un difetto; la sensualità che emerge dalle pagine del romanzo è raffinata, mai volgare.

Immagino che scriverete ancora insieme in futuro. Quali progetti avete in cantiere?

Folgorata - Ci piacerebbe tanto darci al thriller ma l’editore che è in me lo sconsiglia perché non riusciamo a raggiungerne il pubblico. Dipenderà da come verrà accolto “Troppo per Me”. Se ci saranno sorprese positive potremmo pensare a una trilogia, Navy Seals. La Pizia ha degli addentellati tra le forze armate americane. Ah! detto per inciso, sono fiera di poter dire che “Troppo per Me” è il più grande spottone mai pensato per gli eserciti di tutto il mondo. Della serie che dopo averlo letto mi aspetterei di trovare le fan appostate a Pisa a caccia di parà. :-)
LaPizia: Pisa? Cara Folgorata, qui a Vicenza si contano ben tre basi americane, te la do io l'ispirazione se vuoi ;) Scherzi a parte, sì, mi piacerebbe tanto mettere mano a un thriller, ma sono anche molto curiosa di sapere cosa possono combinare Balin e Drake!  
Folgorata : Vero! Tutte a Vicenza allora, facciamo un campeggio “Troppo per Me” fuori dalla base quest’estate!  

Avete mai partecipato a concorsi letterari o ad antologie di autori diversi? Cosa ne pensate?

Folgorata - Spero di non offendere nessuno ma nei concorsi letterari non credo. Non c’è niente di più triste di un autore premiato che vende poche copie. Le antologie di autori diversi sui blog invece mi piacciono. Creano interazioni interessanti. Io per esempio la Liubicich, che per genere letterario non avrei mai acquistato, l’ho apprezzata proprio attraverso l’iniziativa di un blog che affiancava racconti di autrici diverse. Ha stoffa la Liubicich.  
LaPizia: anni fa, da studente, ho partecipato con un racconto a un concorso indetto dalla facoltà di lettere di Venezia sul tema della violenza sulle donne. Preferisco però stare dietro le quinte, mi riesce meglio.

Scrivere. Definite questa parola con una manciata di parole. Cosa rappresenta per voi?

Folgorata : Per la prima volta con Simon Hogan, il mio amante segreto, è passato dai miei sogni alla carta. Con questa vicenda è avvenuto il vero grande miracolo della scrittura: la regressione al servizio dell’io, la capacità di credere che quanto si sta scrivendo sia reale. E così Simon Hogan ha preso vita, ogni tanto mi chiedo cosa stia facendo.  
LaPizia: per me scrivere è una valvola di sfogo, mi manca tanto il mio blog ma il tempo è sempre troppo poco.

Grazie aver risposto alle mie domande. Vi auguro una buona giornata e soprattutto un buon lavoro. A presto!

Folgorata - Grazie a te Alessandra hai mostrato una profondità e una vastità d’ambito nelle tue domande che mi ha lasciato senza parole… no senza parole no… quando mai? :-)
LaPizia: Grazie a te :)

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