Recensione: "La Sabbia delle Streghe, la leggenda di Primrose" di Teresa Di Gaetano




Trama del libro: 

«Una ragazza in cerca della verità. Un deserto sconosciuto e un cammino nell’ignoto dove strani personaggi si alternano e conducono la fanciulla verso la giusta via del ritorno. Un compito difficile: salvare i due sovrani de La sabbia delle streghe dal terribile Ozark. 
Questo romanzo ci porta nei meandri magici di un mondo dove tutto è possibile, dove ogni cosa è diversa da come appare, dove non mancano colpi di scena e sorprese. Un libro questo di Teresa Di Gaetano che ci aiuta ad andare al di là delle apparenze e a scoprire risvolti inaspettati.»



“Là dove termina la foresta e il cielo si confonde con la sabbia, e gli alberi, rami esuli, grondano di fresca rugiada, e i laghi, i fiumi sono specchi riflettenti immagini note, quello è il paese che fa per me.”
Così inizia la favola di La Sabbia delle streghe la leggenda di Primrose, un libro delicato e profondo al tempo stesso. La protagonista, catapultata in un mondo pittoresco e fantastico, non ricorda chi è, non sa come è giunta lì, non conosce il suo nome. E si troverà costretta a intraprende un viaggio tra paesaggi fantastici, personaggi incredibili e molte, tante questioni su cui riflettere per superare le prove che le vengono poste lungo il cammino. Il libro di Teresa Di Gaetano è ricco di simbolismo e metafore, come ogni favola che si rispetti. Dietro l'apparenza di una trama molto semplice in realtà si cela un universo di significati ai quali è bene prestare ascolto.
 “Il deserto non fa paura assieme”. Questo è ciò che dice Chesterfield alla ragazza senza identità che si ritrova a vagare sola all'apparenza senza una meta. Anche se sarà lo stesso Chesterfield a rivelarle quale è lo scopo della sua venuta in quel mondo: liberare la principessa Primrose intrappolata da un mago cattivo, e di conseguenza tutti gli altri personaggi che hanno subito la medesima sorte.
“Il deserto non fa paura assieme” (una delle frasi che più adoro del libro): la vita, come il nostro cammino verso l'incertezza, diventa meno perigliosa se affrontata assieme a qualcuno. Certo, le prove che ci aspettano dovremmo intraprenderle da soli, ma la vicinanza di qualcuno a volte basta per darci la forza necessaria ad andare avanti in un percorso del quale ignoriamo la sorte e soprattutto la fine. Interessante scoprire nella lettura che il mondo fantastico dove la nostra protagonista si ritrova intrappolata è stato creato in realtà dal nostro mondo, ed è quindi riflesso di esso. Basti pensare al castello di carta che la protagonista deve cercare, simbolo dei sogni e delle illusioni degli uomini sempre alla ricerca di un sogno da conquistare e della vana illusione di rincorrere la speranza. Allo specchio dei ricordi, che infranto libera alcuni personaggi della storia come se, recidendo il ponte col nostro passato e col dolore che alcuni ricordi di esso ci provocano, ci convincessimo che non ci si deve mai voltare indietro perché altrimenti la via è perduta e il cammino interrotto. “Il tuo (il nostro) è un cammino in avanti, verso l'ignoto”.

Ho trovato geniale poi l'idea del mondo de La sabbia delle Streghe nato da quelle storie e da quei personaggi incompiuti scritti sulla terra da esseri umani, che non avendo una conclusione si ritrovano tutti nel medesimo luogo per riacquistare vita. La scrittura così non diventa solo mezzo di lettura del libro, ma ne è il motore. Io, e credo di non essere la sola, tengo nel cassetto delle storie iniziate che aspettano ancora una conclusione, e quando ho letto la spiegazione della nascita del mondo fantastico della Di Gaetano, mi sono trovata subito a immaginare i miei personaggi lì ad attendermi. E' un'idea questa che mi ha fatto sorridere, e immagino le mie creature magari proprio in compagnia della tribù delle PenneBruciate, che sopravvivono proprio grazie alle storie nuove che arrivano nel mondo de La Sabbia delle streghe, incanalate da un oggetto magico, la piramide di vetro.
Difatti quale miglior modo per il cattivo mago Ozark di distruggere quel mondo se non impedire che ciò avvenga? Quale miglior modo per uccidere la fantasia se non quello di impedire ai personaggi e alle storie di nascere? Questo è un pensiero che fa riflettere perché se un giorno smettessimo di raccontare e scrivere, che cosa diventeremmo? Non osa neppure immaginarlo....
E, ironia della sorte, è proprio con una parola pronunciata dalla protagonista che il mago cattivo viene eliminato (mago che nient'altro è che un bambino) quasi a valorizzare ancora il potere della scrittura e delle storie che da essa nascono. La protagonista riuscirà alla fine a ricordare chi è, a ricordare il suo nome, a trovare se stessa, la sua identità, e a trovare il mondo al quale appartiene.

Consiglio la lettura di questa lunga fiaba sulla scrittura e sull'amore per le storie, che fa trapelare quanto sia importante per la scrittrice stessa l'utilizzo della penna come arma per insegnare qualcosa e lasciare un pezzo di se stessi. Teresa Di Gaetano, in questo piccolo libro, ha preso la Scrittura e ne ha fatto la protagonista, lasciando al lettore una libera interpretazione sui passi e le frasi, dove ciascuno può ritrovare qualcosa del proprio trascorso o dei propri pensieri.

Link ufficiale del libro: La sabbia delle streghe

 

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