La strada fino a qui di... Paul J.Horten

Buongiorno amici di blog!
Oggi ho il piacere di ospitare Paul J.Horten che, per la Genesis Publishing, ha pubblicato i primi due volumi della serie Spaceborne Marines. In questa intervista ci parla di sé, della sua avventura da autore e dei suoi scritti.
Andiamolo a conoscere assieme.

Ciao Paul e benvenuto nel mio piccolo angolo virtuale. Per cominciare vorrei rivolgerti una domanda di rito: se dovessi scrivere in terza persona una biografia di te stesso, cosa diresti?

Direi che Paul James Horten è un autore agli esordi nella narrativa, ma non nuovo alle pubblicazioni, visto che ha scritto per anni articoli per riviste militari e che si occupano di armi leggere. Appassionato di Storia, in special modo quella militare, coltiva la passione dei libri, dei buoni film, del trekking in montagna e del survival, dove mette a profitto il suo passato in una unità d’élite. Si diletta in fotografia (che usa anche per lavoro) ed ha fatto molti mestieri: dal rappresentante di apparecchiature per biologia molecolare al magazziniere al consulente Hi-Tech in ambito internazionale.

Parliamo adesso dei tuoi libri e della serie Spaceborne Marines che non ho avuto ancora purtroppo il piacere di leggere. Vuoi raccontare a me e ai lettori del blog di cosa parlano i primi due libri già usciti, quali temi affronti e in che modo hai caratterizzato i tuoi personaggi?

Fondamentalmente Spaceborne Marines è una trilogia ed ognuno dei tre libri parla e sviluppa un tema di fondo: il primo parla di conflitto di civiltà ed integrazione, il secondo di economia e dell’eccesso di profitto, il terzo dell’esercizio del potere. Grandi temi attuali del giorno di oggi che la sci-fi, nelle sue estremizzazioni, rende facile ed interessante illustrare senza dover scrivere un trattato di sociologia. Il pretesto è una guerra interplanetaria: una civiltà in espansione nella Via Lattea, la Federazione Terrestre, si scontra per la prima volta con una civiltà anche lei in grado di viaggiare negli spazi interstellari. E la minaccia si rivela di una portata tale da mettere in pericolo l’intera esistenza umanoide in quel settore di galassia. Scritto in prima persona, attraverso gli occhi di un ufficiale del corpo degli Spaceborne Marines, un’unità d’élite della Federazione, permette al lettore di vivere come se fosse lì tutto quello che succede, a volte da un punto di vista privilegiato, visto che il protagonista, il tenente dei Marines Dexter Dax, si trova coinvolto in avvenimenti importantissimi che caratterizzano il conflitto. La definizione dei personaggi è varia: dall’uomo tutto d’un pezzo ma non consapevole del mondo dei sentimenti come Dax, alla terrestre sfortunata e volitiva come Kathryn Nelson, all’aliena dolce e sensuale come Daria Yx, ai personaggi meschini e bassi come il generale Yugashvili. Ovviamente anche qui ho attinto dalla realtà che mi circonda.

Quando hai iniziato a scrivere la tua trilogia? Quale è stata la scintilla che ha alimentato la tua ispirazione?

È cominciato tutto due anni fa su Facebook, per gioco, con amici che amano il genere sia militare che sci-fi ed all’inizio mi sono ispirato all’immortale Starship Troopers di Heinlein. Poi ho sviluppato il tutto in un gruppo di Facebook apposito, dove settimana per settimana postavo a puntate il romanzo mano a mano che la bozza procedeva, ottenendo consensi, critiche e consigli. In poco meno di un anno il romanzo era pronto. L’incontro con Genesis Publishing ha reso possibile la pubblicazione dapprima in ebook e poi, visti i risultati incoraggianti, anche in cartaceo. La stesura del secondo libro è durata sette mesi, il terzo è in corso ed è praticamente finito al 70% e sarà il gran finale della saga. Molti mi domandano se sarà un finale all’americana, con happy ending, o all’europea, amaro ed intellettuale. Ne l’uno ne l’altro, credo, non amo troppo le classificazioni del genere. Anche perché a parte la pianificazione della trama, vado dove i personaggi mi portano.

Hai affrontato il genere distopico poiché avevi intenzione di passare un messaggio al lettore o semplicemente perché è un genere più in linea con le tue corde letterarie?

L’esemplificazione e le allegorie possibili con il genere distopico rendono più facile ed evidente rappresentare in maniera divertente ed apparentemente “leggera” la società contemporanea ed i grandi concetti che animano le dinamiche che ci coinvolgono. Ho esperienza del mondo militare e dell’intelligence e mi riesce facile scrivere di queste cose, anche se, per renderlo plausibile ed interessante, ho ritenuto necessario immergere il contesto bellico in un mondo verosimile, fatto di rapporti interpersonali, di emozioni, di sentimenti, di piccole manie e di paesaggi naturali dove i personaggi si muovono, amano, odiano, gioiscono e soffrono. Altrimenti sarebbe stato un mondo piatto, simile ad un videogioco.


Spaceborne Marines Minaccia, il primo della serie, è il tuo libro d'esordio. Per pubblicarlo ti sei rivolto alla Genesis Publishing. Ora che fai parte del mondo editoriale, che idea ti sei fatto di questo universo a volte non facile e sempre in continua evoluzione?

Se devo dire la verità, i rapporti con Genesis Publishing sono come dovrebbero essere sempre tra Autore e Casa Editrice: diretti, semplici, con suddivisione dei ruoli netta, senza quelle foschie che danno l’idea di strane dietrologie, che lasciano all’Autore energie e concentrazione per fare quello che sa fare meglio: creare e scrivere. Non sono nuovo nel proporre qualche mia fatica a Case Editrici tradizionali (evito di fare i nomi…) ma le risposte, quando sono arrivate, mi hanno sempre lasciato sconcertato. Quindi ritengo di non aver ancora capito niente delle logiche editoriali: le mie, ingenuamente, si limitano all’azione dello scrivere ed a sperare che alla gente piaccia quello che scrivo, per cui compra e legge i miei libri.

Tornando al genere distopico. Sei solito leggere libri di questo genere oppure per quanto riguarda la lettura preferisci spaziare?

Sono onnivoro, leggo da quando avevo sei anni. Ho letto di tutto: dalla fantascienza (ad esempio tutta la saga di Dune di Herbert) alla saggistica classica (un esempio per tutti: Cadmo ed Armonia di Calasso), dal thriller (ultimamente divoro i libri della Läckberg) alla saggistica militare, dal romanzo rosa (ebbene sì, ho letto anche qualche Harmony!) all’horror (il romanzo horror perfetto? Pet Sematary di King), a dispetto di chi mi crede fossilizzato su armi e uniformi. Da tutto c’è da imparare. Spero di continuare cosi fino all’ultimo giorno della mia vita.

A cosa si deve la scelta dello pseudonimo e il nome Paul J. Horten? Ha qualche valenza significativa particolare?

È una americanizzazione del mio vero nome. Lo scopo era quello di creare uno pseudonimo facile da pronunciare per quel pubblico, visto che il grande salto, a mio giudizio, può essere fatto traducendo la saga in inglese e proponendola a quel bacino di lettori.

Conosci qualche autore esordiente o emergente? Se sì, che rapporto hai con i tuoi colleghi? E per quanto riguarda il rapporto con i lettori? Quali sono state le parole, il commento o le riflessioni, che ti hanno rivolto fino ad oggi e che maggiormente ti hanno colpito?

Qualcuno, sempre via telematica, e ci si tiene in rapporti e ci si incoraggia a vicenda. È necessario, vista la competizione e le strane dinamiche delle vendite, a volte, specialmente quando si è sudato sette camicie e si sa che il proprio frutto è di quelli buoni. Il rapporto con i lettori è importantissimo: ho un blog (googlare Paul James Horten…) ed una pagina su Facebook dove riporto le recensioni dei lettori e cerco di rispondere a tutti quelli che si rivolgono a me per qualche motivo. Ho il massimo rispetto per il lettore: è lui (o lei) a decretare il mio successo. Sono rimasto colpito dal favore del pubblico femminile per qualcosa che credevo indirizzato ad un’utenza maschile: le donne sembrano gradire le avventure di guerra, ma soprattutto i forti sentimenti che ne scaturiscono, fanno notazioni intelligenti, e sono entusiaste a volte più degli uomini. Una vera sorpresa.




Il terzo capitolo della serie è in fase di stesura. Puoi darci qualche anticipazione?

Partiamo per un attimo dal secondo libro, dalla fine: si conclude con la missione comandata da Dax che sparisce in un wormhole stabile, una specie di tunnel spaziotempo che collega parti diverse della galassia in tempi brevissimi, per cercare di contattare l’impero Namer. Il terzo libro si riapre immediatamente dopo e si articola, fondamentalmente, in tre parti: viaggio nell’Impero, la battaglia finale contro gli Urdas e la vendetta di Dax. Perché il nemico non sono solo gli Urdas, la specie ostile che sta uccidendo la vita umanoide che conosciamo, ma noi stessi terrestri. Ci saranno parecchi lutti, anche tra personaggi importanti, ma anche avvenimenti lieti, e qui do uno spoiler: chi ha letto il secondo libro conosce il capitano Glora Imex. Ebbene la dariana si sposerà, dando origine alla seconda unione interspecie dopo quella tra Dax e Daria Yx. Chi è lo sposo? Dovete leggere Resurrezione per saperlo.

Quali altri progetti letterari conservi ancora nel cassetto?

Al momento due, ma la situazione politica italiana mi sta suggerendo un terzo progetto, un thriller sci-fi ambientato nel mondo della politica. I due progetti sono un military thriller ambientato in Afghanistan nel 2010 ed un fantasy horror incentrato su figure femminili, con una rivelazione sorprendente (una provocazione) sulla natura dell’Universo e della sua Creazione.

Oltre che uno scrittore sei anche un giornalista tecnico nel campo delle armi. In cosa consiste nello specifico questa tua professione?

Semplice e complicato al tempo stesso (ne scrivo anche sul mio blog): prendere contatti con le case produttrici di armi sia civili che militari, provare i loro prodotti sul campo e recensirli, cosa che faccio sia in italiano che in inglese per riviste nazionali ed estere. Il lavoro viene fatto interamente da me: test, foto, testo. Il tutto viene impacchettato e confezionato pronto per le riviste, che poi lo comprano e lo pubblicano. Richiede un aggiornamento continuo su tattiche, tecnologie ed anche sui contesti geopolitici dove queste armi vengono adoperate. Nello specifico mi occupo di tutto quello che un fante si porta addosso: armi, equipaggiamento, vestiario, protezioni, comunicazioni, primo soccorso.

Ti ringrazio Paul di avermi fatto compagnia nel mio blog. C'è altro che vuoi aggiungere, un messaggio particolare che vuoi lasciare ai lettori?

Ringrazio voi per avermi dato questa opportunità nel vostro blog. Spero che chi leggerà i miei libri si diverta, ma riesca anche a cogliere i parallelismi con quanto ci accade attorno, perché anche se i fatti che descrivo sono immaginari ed accadono in un futuro remoto, le dinamiche sono molto molto reali ed attuali. Chiedetevi, per esempio, a cosa si possono paragonare gli Urdas al giorno d’oggi.
Grazie ancora ed a presto!



Per saperne di più sull'autore potete piacizzare la sua Pagina Facebook  o visitare il sito della Genesis Publishing.
Alla prossima amici di blog!

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